I fratelli Cosimo ed Elia, giovani e velleitari imprenditori edili romani, arrivano in un remoto paesino dell'Appennino Tosco-Emiliano per ristrutturare la villa del popolare cantante Fausto Mieli. Mentre Fausto, amato-odiato dalla comunità locale e da tempo lontano dalle scene, sta organizzando un concerto per la sua rentrée, la presenza di Cosimo ed Elia crea scompiglio tra gli abitanti del borgo con conseguenze terribili e inattese nella vita di tutti i protagonisti e della comunità...
SCHEDA FILM
Regia: Edoardo Gabbriellini
Attori: Valerio Mastandrea - Cosimo, Elio Germano - Elia, Gianni Morandi - Fausto Mieli, Valeria Bruni Tedeschi - Moira Mieli, Francesca Rabbi - Adriana, Mauro Marchese - Calzolari, Lorenzo Rivola - Davide, Alina Gulyalyeva - Alina, Giovanni Piccinini - Giovanni
Soggetto: Edoardo Gabbriellini, Pierpaolo Piciarelli
Sceneggiatura: Edoardo Gabbriellini, Francesco Cenni, Michele Pellegrini, Valerio Mastandrea
Fotografia: Daria D'Antonio
Musiche: Cesare Cremonini - canzoni, Gabriele Roberto, Stefano Pilia
Montaggio: Walter Fasano
Scenografia: Francesca Di Mottola
Costumi: Antonella Cannarozzi
Effetti: Dalia Colli
Suono: Maricetta Lombardo - presa diretta
Altri titoli:
The Landlords
Durata: 90
Colore: C
Genere: COMMEDIA
Specifiche tecniche: 35 MM
Produzione: MASSIMILIANO VIOLANTE, MARCO MORABITO, LUCA GUADAGNINO, VALENTINA AVENIA PER FIRST SUN, RELIEF, RAI CINEMA IN ASSOCIAZIONE CON ALEXANDRA DELLA PORTA RODIANI PRODUCTIONS
Distribuzione: GOOD FILMS (2012)
Data uscita: 2012-10-04
TRAILER
NOTE
- REALIZZATO CON IL CONTRIBUTO DI: PRATO FILM COMMISSION E MINISTERO PER I BENI E LE ATTIVITA' CULTURALI.
- IN CONCORSO AL 65. FESTIVAL DI LOCARNO (2012).
- NASTRO D'ARGENTO 2013 PER LA MIGLIOR CANZONE ORIGINALE.
CRITICA
"Edoardo Gabbriellini, ex protagonista di 'Ovosodo' per Virzì, che già non era ottimista nel suo primo film 'B.B. e il cormorano', qui espone un pessimismo universale incurabile. E se la storia, sceneggiata dallo stesso regista, inizia sistemando bene le pedine in gioco poi non riesce a scegliere tra una valenza quasi metaforica e invece una sorta di western paesano con la complicità di una rivalità sentimentale. I personaggi ci sono, latita la dinamica tra loro, non sono ben tarati i pesi specifici: Gianni Morandi, anni luce l'era Fizzarotti e Germi (le castagne non sono più buone...), è bravo e disponibile a ribaltare lo stereotipo del bravo ragazzo che l'ha reso nazional-popolare, ed è sottilmente credibile anche nel suo contrario. La Bruni Tedeschi è come sempre fine attrice in un ruolo di invalida che sembra preso da qualche gangster movie americano, dove magari era Ethel Barrymore o Bette Davis. Due volti sicuri e simpatici come Elio Germano e Valerio Mastandrea (potrebbero essere un'ottima coppia brillante) sono i carpentieri che sperimentano l'odio per chi non fa parte del gruppo, fidando che tutti hanno una riserva di perfidia sempre spendibile. (...) Resta che 'Padroni di casa' è però un film italiano fuori registro, che crede nel cinismo dell'uomo (paragonabile al lupo), che non fa retorica o folklore e si abbandona alla violenza di cui siamo ogni giorno testimoni e complici." (Maurizio Porro, 'Il Corriere della Sera', 4 ottobre 2012)
"C'è un nuovo genere nel cinema italiano: lo schizo-film. La prima metà è ottima, la seconda sabota tutto ciò che ha costruito la prima. Dov'è il problema? Regia? Sceneggiatura? Produzione? Forse le tre cose insieme. 'Padroni di casa' parte da un'idea schietta e efficace. Rifare certo cinema della violenza anni '70 ('Cane di paglia', 'Un tranquillo weekend di paura', etc.) in chiave nostrana. Con facce bonarie, situazioni da commedia, tensioni sottotraccia. E un'esplosione di furia finale che incenerisce tutto. Fotografando quella patologia tristemente diffusa nell'Italia di oggi che mescola rabbia sociale, follia individuale e perdita di ogni senso del limite. (...) Che tiri una brutta aria, con quei ceffi locali a caccia o asserragliati nel bar, si capisce subito. Ma non è la sorpresa che manca al seguito. È la complessità, quell'impasto di coerenza e credibilità che dovrebbe rendere gli eventi insieme necessari e imprevedibili. Un vero peccato." (Fabio Ferzetti, 'Il Messaggero', 4 ottobre 2012)
"Delude 'Padroni di casa', opera prima di Edoardo Gabriellini che recluta Elio Germano e Valerio Mastandrea nei panni di due piastrellisti romani incaricati di ripavimentare la terrazza di un celebre cantante, ritiratosi dalla scene molti anni prima per accudire la moglie vittima di un incidente. (...) Interessante solo nella prima parte, il film ha evidenti lacune nella sceneggiatura che se da una parte immagina una persecuzione poco credibile nei confronti degli 'stranieri', dall'altra non sviluppa a sufficienza i personaggi interpretati da Gianni Morandi e Valeria Bruni Tedeschi, lasciando la loro storia in sospeso." (Alessandra De Luca, 'Avvenire', 4 ottobre 2012)
"'Padroni di casa', travestiti da lupi nell'azzeccatissimo poster promozionale del film, racconta una storia di provincia qualunque, di quelle che 'potrebbe accadere nel mio condominio', spiega il regista livornese, già attore in quell'indimenticabile 'Ovosodo' di Virzì, e qui alla sua seconda prova registica in 'lungo'. Certo, non siamo al 'Picnic a Hanging Rock' di Peter Weir, ma lo spirito del tentativo di andare 'oltre' la mediocrità di certo cinema made in Italy (e delle sue banali narrazioni) è encomiabile, anche riesumando il mix di generi. La coppia tragicomica Mastandrea-Germano è perfetta, come il ritorno sul grande schermo del Gianni nazional-popolare dopo 42 anni di assenza. Unico italiano in concorso a Locarno 2012." (Anna Maria Pasetti, 'Il Fatto Quotidiano', 4 ottobre 2012)
"Cupo e violento dramma, girato sull'Appennino toscano, ben fornito di tensione ma con qualche buco nella sceneggiatura. (...) troppi conti non tornano." (Massimo Bertarelli, 'Il Giornale', 4 ottobre 2012)
"Guardare 'Padroni di casa' soltanto nella lente del film «impegnato» trasportando in quella provincia un ritratto Italia, Europa di un paese razzista, violento, impoverito nella testa prima che nelle tasche, è come tagliare il film a metà. Perché 'Padroni di casa' il suo essere attuale, dentro la realtà di oggi, lo dichiara nel suo essere film «tra» i generi, e al cinema guarda come riferimento principale. (...) Gabbriellini fa crescere pian piano, complice il montaggio di Walter Fasano, il respiro di una minaccia incombente - il lupo ucciso nella prima sequenza - la furia che possono scatenare noia e frustrazione, il senso di possesso 'della terra' e un 'giustizialismo macho' della repressione. E ne lascia in sospeso le tracce disseminate in una partita/sfida di ping-pong nella boscaglia, in un movimento del tempo e dello spazio immobile in un paesaggio mai neutro. Per questo il finale, che non diremo, tutto in chiusura, come le mattonelle della terrazza - secondo le regole di sceneggiatura dominanti nel cinema italiano (...) - finisce per soffocare un film fino a quel momento condotto con una bella tensione, e con un piglio inedito, specie nel nostro cinema." (Cristina Piccino, 'Il Manifesto', 7 agosto 2012)
"Spesso ci lamentiamo del provincialismo del cinema italiano, esortando i nostri registi a osare maggiormente, a raccontare storie di respiro più internazionale. Come rimproverare, allora, Edoardo Gabbriellini per averci provato? 'Padroni di casa' propone una parabola sulla violenza: quella quotidiana, latente, ma che può talvolta sfociare in tragedia, in un fatto di cronaca nera da leggere sul giornale. La ambienta in un paesino dell'Appennino tosco-emiliano, rappresentato con cifra realistica e tuttavia imprecisato perché possa riassumerne tanti altri, reali o possibili. All'inizio il film carbura bene. (...) Col procedere del racconto, però, cominciano le perplessità, mentre la sceneggiatura (scritta, forse, a troppe mani) smarrisce l'equilibrio tra le due parti, quella dell'infelice coppia e quella dei due fratelli diversi. Fino a che l'espediente narrativo di un amore tra Elia e una teenager locale fa precipitare gli eventi: l'ostilità dei paesani tinge il film di nero portandolo in zone rischiose, dalle parti di celebri parabole antropologiche come 'Cane di paglia' o 'Scene di caccia in Bassa Baviera'. Però lo fa precipitosamente. Si resta insoddisfatti, e spiace: perché tentare vie meno convenzionali, nel nostro cinema, è di per sé un'avventura che merita rispetto." (Roberto Nepoti, 'La Repubblica', 6 agosto 2012)
"Se nel cast del film hai una pop-star del calibro di Gianni Morandi hai già catturato l'attenzione e l'affetto del pubblico. Resta da conquistare la giuria del Festival, ed è questa a nostro giudizio l'impresa più difficile per il regista Edoardo Gabbriellini e il suo 'Padroni di casa', (...)sullo schermo Morandi ha convinto, nella parte del grande cantante Fausto Mieli ritiratosi nella natura stordente dell'appennino tosco-emiliano per restare vicino alla moglie (Valeria Bruni Tedeschi), condannata da un ictus sulla sedia rotelle. (...) 'Padroni di casa' sviluppa le tensioni crescenti della piccola comunità montana dove è assoluta l'intolleranza verso gli estranei. (...) Gabbriellini, però, non è altrettanto convincente sul grande schermo. ll suo «warning» sulla degenerazione antropologica di chi cresce accumulando sospetti e aggressività verso i «forestieri» è intriso di cliché vecchiotti, come le atmosfere torve e ringhiose da 'Un tranquillo week end di paura' degli anni `70. A farne le spese sono i piastrellisti romani Mastandrea e Germano (evidente e contagioso il loro piacere di recitare assieme), spavaldi e incauti nelI'«invasione» di un territorio ostile." (Paolo Calcagno, 'L'Unità', 6 agosto 2012)
"È il film italiano sceso ieri in concorso al Festival di Locarno. Si intitola 'Padroni di casa', è scritto e diretto dall'attore-regista Edoardo Gabbriellini, al centro, come protagonisti, ha tre fra i nostri attori di maggior prestigio, Valerio Mastandrea, che ha collaborato anche alla sceneggiatura, Elio Germano, Valeria Bruni Tedeschi, ai quali validamente si accompagna il nostro grande Gianni Morandi tornato di nuovo su uno schermo dopo anni di assenza. Si muovono tutti, sotto la guida di Gabbriellini (...), in un clima che, pur in apparenza tranquillo, nasconde ombre misteriose, provocate da allusioni soprattutto indirette. (...) In cifre di forti tensioni ma anche così segrete da rasentare il non detto. Le esprimono con la loro abituale sapienza Valerio Mastandrea, uno dei due fratelli, il più enigmatico, Elio Germano, l'altro fratello, quasi solare, Valeria Bruni Tedeschi, la moglie del cantante, una vittima fragile ma anche misteriosa. Gianni Morandi, nelle vesti ovviamente del cantante, canta una bella canzone di Cesare Cremonini, riproponendoci, come attore, tutte le sue doti migliori." (Gian Luigi Rondi, 'Il Tempo', 6 agosto 2012)
"Morandi sarà il primattore del film italiano 'Padroni di casa', girato un anno fa esatto dal giovane regista Edoardo Gabbriellini. Morandi interpreta un cantante famoso (ohibò) che di nome fa Fausto Mieli. (...) Fausto Mieli canta, nella storia, ma si ride poco, anzi pochissimo. E il film diventa, alla fine, acido, cattivo, drammatico. (...) Elio Germano, premiato a Cannes, e Valerio Mastandrea si sono trovati sul set come due fan accaniti di Gianni che, quasi intimiditi, gli tengono la pariglia." (Leonardo Iannacci, 'Libero', 5 agosto 2012)