La straordinaria avventura di un ragazzo che, grazie all'incontro con la boxe, riuscirà ad emanciparsi e a sfuggire a un destino già segnato tra i feudi della camorra. Il suo sarà un percorso tortuoso che lo porterà dal baratro della periferia di Napoli all'inferno dei ring clandestini di Berlino, fino al decisivo e inaspettato riscatto.
SCHEDA FILM
Regia: Giuseppe Gagliardi
Attori: Clemente Russo - Michele, Rade Serbedzija - Vinko, Giorgio Colangeli - Sabatino, Carmine Recano - Rosario, Susanne Wolff - Petra, Raiz - Salvatore Vitiello, Sascha Zacharias - Caroline, Damir Todorovic - Sasha, Claudia Ruffo - Luisella, Lorenzo Scialla - Michele giovane, Vincenzo Pane - Rosario giovane, Luisa Di Natale - Luisella giovane, Enzo Casertano - Ruggiero, Alexander Yassin - Alexander, Luis Molteni, Linda Chang
Soggetto: Roberto Saviano - libro
Sceneggiatura: Maurizio Braucci, Giuseppe Gagliardi, Massimo Gaudioso, Salvatore Sansone, Stefano Sardo
Fotografia: Michele Paradisi
Musiche: Peppe Voltarelli
Montaggio: Simone Manetti
Scenografia: Antonio Farina
Costumi: Fiorenza Cipollone
Effetti: Franco Galiano, M.A.G. Special Effects
Suono: Vito Martinelli - presa diretta
Altri titoli:
Tatanka Scatenato
Durata: 100
Colore: C
Genere: SPORTIVO
Tratto da: libro "La bellezza e l'inferno. Scritti 2004-2009" di Roberto Saviano (Ed. Mondadori), European Book Prize 2010-Miglior Libro Europeo 2010
Produzione: MARGHERITA FILM, GIANLUCA CURTI PER MINERVA FILM IN COLLABORAZIONE CON RAI CINEMA
Distribuzione: BOLERO FILM
Data uscita: 2011-05-06
TRAILER
NOTE
- RICONOSCIUTO FILM DI INTERESSE CULTURALE DAL MINISTERO PER I BENI E LE ATTIVITÀ CULTURALI.
- CANDIDATO AL NASTRO D'ARGENTO 2011 PER: MIGLIOR ATTORE NON PROTAGONISTA (GIORGIO COLANGELI, CANDIDATO ANCHE PER "LA DONNA DELLA MIA VITA" DI LUCA LUCINI), FOTOGRAFIA E SONORO IN PRESA DIRETTA (VITO MARTINELLI È STATO CANDIDATO ANCHE PER "PIETRO" DI DANIELE GAGLIANONE).
CRITICA
"Tatanka, parola con cui i Lakhota Sioux indicano il bisonte maschio, è il titolo del film, ma è prima di tutto il soprannome di Clemente Russo. Il nome glielo mise uno dei suoi maestri perché combatte abbassando la testa, naso all'altezza del petto, occhi tirati su, fronte bassa e giù a picchiare. Pesante come un bisonte, ma agile e leggero come un ballerino. (...) Quando in qualche modo porti nella tua sfida le speranze di molti, e i pugni che dai e ricevi sul ring smettono di essere solo gesti sportivi e divengono simboli. Divengono i cazzotti di un'intera generazione, i ganci e gli uppercut di chi non ne può più di stare sempre in salita o di chi cerca in qualche modo di rialzarsi. In quel momento smetti di combattere solo per te stesso, per il tuo titolo, per i tuoi allenatori, per i soldi da portare a casa, per la fidanzata che vuoi sposare. E combatti per tutti. Come De La Hoya ha sempre combattuto con tutti i latinos dentro i suoi pugni, o Jake La Motta con la furia che girava nel corpo degli italoamericani. (...) Uno sport epico perché si fonda su regole che mettono l'uomo di fronte alle sue possibilità." (Roberto Saviano, 'La Repubblica', 5 maggio 2011)
"La discesa negli inferi della camorra ha le tinte rossastre dei locali notturni malfamati, la palestra della rivincita ha muri scrostati e aria fatiscente, un fortino di legalità accerchiato dalla malavita, l'amico del cuore di 'Tatanka', Rosario (Carmine Recano), ha l'espressione da Lucifero di periferia, e le donne, compreso il primo amore Luisella (Claudia Ruffo), fanno da contorno, perché il mondo della boxe 'è prevalentemente maschile'. L'ombra di 'Gomorra' avvolge tutto, dallo sparo ansiogeno della prima sequenza ai regolamenti di conti su strade lucide di pioggia. La parentesi tedesca, quando Michele sfugge alla vendetta della camorra e precipita nel girone dei ring clandestini di Berlino, è la meno riuscita, ma la potenza della vicenda umana resta intatta." (Fulvia Caprara, 'La Stampa', 5 maggio 2011)
"Affermare che 'Tatanka' sia tratto da 'La bellezza e l'inferno' di Saviano (come fa, a caratteri cubitali, il manifesto della pellicola) equivale a realizzare un film su Bin Laden e dire che è tratto da 'La rabbia e l'orgoglio' della Fallaci. (...) Si tratta di un prodotto tecnicamente ben girato, come oggi accade sovente, ma non del tutto compiuto. Giunto al suo secondo lungometraggio, il 34enne Giuseppe Gagliardi sostiene di avere scelto un approccio 'neorealistico' ma, a onor del vero, non si vede dove sia il neorealismo nella sua opera. La prima parte, che si svolge in Campania, è la migliore ed è improntata a un verismo stilizzato che molto deve al 'Gomorra' di Garrone; la seconda, quasi tutta ambientata in Germania, vira in modo poco credibile verso la 'tragedia' scorsesiana." (Giuseppe Pollicelli, 'Libero', 5 maggio 2011)
"Lo chiamano 'Tatanka' (per gli indiani d'America, bisonte) perché è uno di quei pugili che va avanti a testa bassa senza paura dei pugni. Insomma un vero duro proprio come il campione di boxe Clemente Russo, più che bravo protagonista del film di Giuseppe Gagliardi, 'Tatanka', ispirato a un racconto tratto da un libro di Roberto Saviano ('La bellezza e l'inferno', Mondadori). (...) Per questo film il campione di boxe ha pagato un caro prezzo, è stato sospeso per sei mesi dalla Polizia di Stato che non ha visto di buon grado la sceneggiatura del film, probabilmente per una scena molto forte in cui un piccolo delinquente viene torturato dalla polizia fino alla morte per soffocamento." (Francesco Gallo, 'La Gazzetta del Mezzogiorno', 5 maggio 2011)