Dublino. Un giovane cantautore irlandese in cerca di successo, che si mantiene riparando aspirapolveri e suonando per le strade, incontra una ragazza emigrata dalla Repubblica Ceca che mantiene se stessa, sua madre e sua figlia facendo vari mestieri. In realtà lei è una una pianista di talento e decirà di aiutarlo nella realizzazione di un disco da presentare ad una casa discografica di Londra. Insieme, i due ragazzi incideranno una serie di canzoni in cui raccontano le loro vite e i loro amori passati.
SCHEDA FILM
Regia: John Carney
Attori: Glen Hansard - Lui, Markéta Irglová - Lei, Bill Hodnett - Padre di lui, Danuse Ktrestova - Madre di lei, Marcella Plunkett
Sceneggiatura: John Carney
Fotografia: Tim Fleming
Musiche: Markéta Irglová, Glen Hansard
Montaggio: Paul Mullen
Scenografia: Tamara Conboy
Costumi: Tiziana Corvisieri
Effetti: Daniel Tomlinson
Durata: 91
Colore: C
Genere: DRAMMATICO MUSICALE ROMANTICO
Specifiche tecniche: HDV, 35 MM (1:1.85)
Produzione: SAMSON FILMS, BORD SCANNÁN NA HÉIREANN, THE IRISH FILM BOARD & RTÉ
Distribuzione: SACHER DISTRIBUZIONE (2008)
Data uscita: 2008-05-30
NOTE
- OSCAR 2008 PER LA MIGLIOR CANZONE ORIGINALE ('FALLING SLOWLY').
CRITICA
"Un ragazzo amante della musica e una ragazza cameriera dell'Est europeo sognano di riprendere a studiare musica, attraverso la musica si innamorano, decidono di formare una band per cambiare la propria vita e appagare i propri desideri. Almeno Dublino è bellissima." (Lietta Tornabuoni, 'La Stampa', 30 novembre 2007)
"Il regista irlandese John Carey, è conosciuto qui da noi per un film 'On the Edge', presentato però solo in tv. Ha un passato musicale e se n'è servito per svolgere la sua storia di pari passo con la musica, evitando - appunto - i luoghi comuni dei film musicali e facendo sempre in modo, con abili accorgimenti narrativi (e stilistici) che le canzoni si inseriscano puntualmente e realisticamente nell'azione creandone le occasioni non solo con quella registrazione delle composizioni del protagonista, che è il nucleo principale della vicenda, ma anche con proposte a margine sempre però ben inserite nel contesto. Anche per questo le varie atmosfere non hanno mai accenti. Sfumano, alludono, sottintendono e con logica precisa risolvono in modo non previsto il rapporto sentimentale fra i due: con tutte le virtù del non concluso e del sospeso." (Gian Luigi Rondi, 'Il Tempo', 30 maggio 2008)
"Resta tutto in bilico in questa sussurrata love story girata come cinema verità, 15 giorni con camera a mano e sentimenti a vista. Come Rohmer senza ironia, ancora credente nel potere del caso. Lo dimostra la genesi stessa dell'operazione: il regista John Carney era parte di una band il cui cantante e solista Glen Hansard è qui la star in sciarpa e chitarra: e divide tentativi sentimentali con Marketa Igiova, cantante ceca con cui ha inciso il disco. Film di nicchia e d'incasso, passato per i festival e con un Oscar per la canzone. Tutto meritato, basta sintonizzarsi sul canale struggente." (Maurizio Porro, 'Corriere della Sera', 30 maggio 2008)
"Difficilmente una storia d'amore contemporanea potrebbe essere raccontata in modo più autentico, delicato e semplice di come la storia la racconta 'Once', produzione a bassissimo costo realizzata in un paio di settimane ma già pluripremiata e capace di strappare parole entusiastiche a una vecchia volpe dello spettacolo come Spielberg. (..) La cosa più originale è che la love story pudicamente abbozzata è raccontata soprattutto attraverso le canzoni, i cui versi sostituiscono le parole d'amore: una forma di 'musical', in un certo senso, mai vista prima. E le parole dicono tutte le cose che contano: 'ti amo', 'perché mi hai lasciato?',
'non so vivere senza di te". (Roberto Nepoti, 'la Repubblica', 30 maggio 2008)
"Come categoria rientra nel genere musical: ma è diretto da un regista, John Carney, che è un ex-bassista, ed è interpretato da due artisti per i quali è abituale comunicare sentimenti tramite parole e musica. Il che conferisce alla ballata intimista di 'Once' una naturalezza rara e preziosa." (Alessandra Levantesi, 'La Stampa', 30 maggio 2008)
"Il cinema, dato per morto, rivive attraverso opere dai toni apparentemente dimessi, come 'Once', che rallegrano il cuore di spettatori capaci di commuoversi attraversando la barriera delle lingue: il film viene infatti distribuito in versione originale con i sottotitoli. (...) Non c'è ombra di sesso, nessuna ambiguità, solo il piacere di vivere un'esperienza di assoluta pienezza. E le canzoni sono bellissime, premiate con l'Oscar. I due interpreti: da portarseli a casa." (Adriano De Carlo, 'Il Giornale', 30 maggio 2008)