Mario, giovane studente di nobile e ricca famiglia milanese, s'innamora di Lulù, giovane canzonettista, che ricambia il suo affetto. Mentre lo studente si trova una sera in casa dell'amica, giunge improvvisamente il protettore della canzonettista, il quale senza scomporsi consegna a Mario le chiavi dell'appartamento, che aveva affittato per Lulù, e se ne va. Mario, che ingenuamente aveva creduto nell'onestà di Lulù, s'allontana sdegnato, ma dopo qualche tempo ritorna. Nel frattempo Lulù è andata ad abitare coi genitori, misera gente di discutibili principi morali. Un bel giorno Lulù dà ad intendere a Mario di aspettare un bambino: malgrado l'opposizione dei suoi genitori, Mario sposa l'amante e, mentre prosegue a Milano gli studi, si stabilisce con la giovane moglie in una villetta lasciatagli dalla nonna, a qualche distanza dalla città. Ma Lulù, che trova ben presto insopportabile quella vita tranquilla e solitaria, ripiglia le sue relazioni con un antico amante. Avvertito da una lettera anonima, Mario, che la morte del padre aveva richiamato a Milano, ritorna precipitosamente alla villa e vi sorprende il rivale. Costui, minacciato da Mario, gli spara addosso, ma uccide Lulù, che s'è frapposta tra i due.
SCHEDA FILM
Regia: Fernando Cerchio
Attori: Valentina Cortese - Lulù, Marcello Mastroianni - Ing. Soletti, Jacques Sernas - Mario, Luigi Pavese - Stefano, Paola Borboni - Virginia, Luigi Cimara - Farnesi, Umberto Onorato - Spasimante di Lulù, Anna Maria Padoan - Giustina, Flora Mariel - Teresa, Mario Ferrari - Sig. Salvi, Pina Piovani - Signora Salvi, Laura Gore - Cameriera veneta
Sceneggiatura: Ottavio Poggi, Nicola Manzari, Mario Corsi, Fernando Cerchio
Fotografia: Vincenzo Seratrice
Musiche: Franco D'Achiardi
Scenografia: Ernest Kromberg
Durata: 90
Genere: DRAMMATICO
Tratto da: Dalla commedia omonima di Carlo Bertolazzi
Produzione: OTTAVIO POGGI PER GLADIO FILM
Distribuzione: GLADIO FILM
CRITICA
"(...) A occhio e croce non ci sembra che questa storia sia di un lancinante interesse. Il regista Cerchio, invece, mostra di credere ancora immensamente a tali drammoni macchinosi (...). Ne risulta che anche Valentina Cortese, attrice di solito eccelente, appare qui sperduta e risibile, senza fascino (...)". (T. Chiaretti, "L'Unità", del 17/6/1953).