L'ing. Pietro Vanzelli invita il suo amico Renato Salvi, che ha abusato della sua fiducia, a restituire il mal tolto. La sera stessa, Salvi, apparentemente ubriaco, trovandosi da Vanzelli, prega l'ingegnere d'accompagnarlo a casa. Durante la notte Salvi sparisce: la mattina dopo viene ripescato nel Tevere il suo portafogli. Accusato d'omicidio, Vanzelli viene processato e condannato a quindici anni. Quando esce di carcere apprende che sua moglie è morta: la sua figliola, Luisa, è presso una famiglia signorile, a Livorno, in seguito ad un romanzetto di amore, è stata licenziata. La ragazza è tornata a Roma: disoccupata, deve subire i disonesti consigli della padrona di casa. Una sera è indotta dalle circostanze a dare assistenza a un ubriaco, che mossa quasi da un presentimento, porta nella sua stanza. L'ubriaco è Vanzelli, che riconosce in Luisa sua figlia. L'incontro è provvidenziale per entrambi: Vanzelli può rifarsi una posizione, Luisa rivede l'amato e lo sposa. Riappare Salvi, che cerca di ricattare Vanzelli, e avendolo aggredito, viene ucciso. Vanzelli ha ucciso per legittima difesa: sottoposto a processo, viene assolto.
SCHEDA FILM
Regia: Riccardo Freda
Attori: Michele Riccardini - Signor Biagi, Ciro Berardi - Gaetano Zanetti, Attilio Dottesio - Dott. Bianchini, Dina Bini - Luisa Bambina, Anita Durante - Padrone Della Pensione, Rita Livesi - Signora Soldani, Vittorio Gassman - Renato Salvi, Amedeo Nazzari - Pietro Vanzetti, Caterina Boratto - Signora Vanzetti, Camillo Pilotto - Industriale Soldani, Gianna Maria Canale - Luisa, Arnoldo Foà - Avv. Dell'Accusa, Leonello Zanchi - Un Avvocato, Oscar Andriani - Avv. Della Difesa, Nerio Bernardi - Pres. Del Tribunale, Armando Francioli - Stefano Soldani
Soggetto: Mario Monicelli
Sceneggiatura: Mario Monicelli, Ennio De Concini, Riccardo Freda
Fotografia: Enzo Serafin
Musiche: Carlo Innocenzi
Scenografia: Sergio Baldacchini
Altri titoli:
PASSATO CHE UCCIDE (IL)
Genere: DRAMMATICO
Produzione: SAFA PALATINO
Distribuzione: VARIETY
CRITICA
"Un soggetto del generale di quelli di "Catene" e "Tormento" (che si rifà però ad un episodio autentico del '22), realizzato da Freda con uno stile più accurato e più sobrio dei suoi colleghi (...)". (A. Albertazzi, "Intermezzo", n. 11/12 del 30/6/1951).