Iqbal, un bambino pakistano proveniente da una famiglia molto povera, è "affittato" dal padre a un commerciante di tappeti, che lo porta a lavorare in una fabbrica di tappeti, dove lavorano esclusivamente bambini della sua età. Privi di ogni libertà, con il pretesto del rimborso del debito da parte dei loro genitori, i bambini, con le loro mani minute, sono sfruttati, puniti per ogni piccolo errore e percossi a ogni tentativo di ribellione. Iqbal, forte e coraggioso diventa il punto di riferimento degli altri bambini, con cui riesce anche a ridere e a scherzare. Quando ormai ha raggiunto i dieci anni, riesce a scappare. Incontra uno specialista, Ulla Khasi, che si occupa di minori sfruttati, e che gli fa intravedere un mondo diverso, nel quale i bambini della sua età vanno a scuola, hanno dei diritti. Iqbal decide di impegnarsi per la libertà dei bambini schiavi. Denuncia le fabbriche dello sfruttamento, i trucchi e le connivenze che lo rendono possibile. La sua voce inizia a essere ascoltata e ripresa dai giornali dalle televisioni occidentali, dalle organizzazioni umanitarie. Il sistema comincia a entrare in crisi, le esportazioni dei tappeti iniziano a contrarsi, il bambino diventa un problema. Il 16 aprile 1995, Iqbal Masih viene assassinato.
SCHEDA FILM
Regia: Cinzia TH Torrini
Attori: Rajindra Jayasinghe - Iqbal da grande, Veena Jayakody - Madre di Iqbal, Hemasiri Liyanage - Padre di Iqbal, Lucky Dias - Imran, Roshan Seth - Ulla Khasi, Ravindra Randeniya - Baba, Mohamed Rizlan - Iqbal da piccolo
Soggetto: Andrea Purgatori, James Carrington
Sceneggiatura: James Carrington, Andrea Purgatori
Fotografia: Stefano Pancaldi
Musiche: Savio Riccardi
Montaggio: Anna Napoli
Scenografia: Errol Kelly
Costumi: Rob Nevis, Carolina Olcese
Durata: 100
Colore: C
Genere: DRAMMATICO FILM TV
Produzione: RAIFICTION IN COPRODUZIONE CON MARIO ROSSINI PER RED FILM GROUP, ARTE, SVERIGES TV DRAMA
NOTE
DEDICATO ALLA MEMORIA DI IQBAL MASIH, IL PICCOLO PAKISTANO RIDOTTO IN SCHIAVITU' CHE HA LOTTATO PER I DIRITTTI DEI BAMBINI SFRUTTATI DAI FABBRICANTI DI TAPPETI, SACRIFICANDO LA PROPRIA VITA.
- TRASMESSO SU RAI DUE MARTEDI' 22 DICEMBRE 1998. ASCOLTO 4.844.
CRITICA
"'Iqbal' non era rassicurante, non era rilassante, non era "natalizio". Era il racconto più lontano dai buoni sentimenti di quello che si potesse immaginare. Era terribilmente vicino alla cronaca di questo periodo.
"Iqbal" è un film tv che, sia pure con quegli inevitabili bruschi passaggi dei film tv, con quelle inevitabili superficialità psicologiche, riesce a mandare di traverso il panettone di Natale. E a farci diventare indigesti anche i tappeti." (Alessandra Comazzi, "La Stampa" 23 dicembre 1998)