Eugenio, Massimo e Fabio sono riusciti faticosamente a realizzare un film dal tono povero e triste, 'Il muratore', una sorta di apologo sul problema della casa, sul cui esito i tre amici ripongono le loro speranze per affrontare un futuro migliore. Il film viene invitato a partecipare al festival dei Quattro Cantoni, in Svizzera, e i tre vi si recano con tante speranza e molta sprovvedutezza. Arrivano apprezzamenti del pubblico e una menzione da parte della giuria. Questo risultato fa sì che un distributore si faccia vivo con loro e decida di far uscire il film nelle sale. Ma il giorno della 'prima', a Bologna, appare la dura realtà: pochi spettatori, fallimento, film subito smontato. I tre amici pensano allora che sia giunto il momento di separarsi. Ognuno sceglie strade diverse (uno è abbagliato dal mito del produttore americano, un altro si impiega in ufficio, un terzo cerca di resistere), ma dopo qualche tempo Fabio, rimasto vittima di un incidente, viene ricoverato in ospedale. È l'occasione per i tre per ritrovarsi intorno al letto dell'amico, e per cercare di riprendere i progetti di un tempo. In fondo le difficoltà si affrontano meglio insieme.
SCHEDA FILM
Regia: Eugenio Cappuccio, Fabio Nunziata, Massimo Gaudioso
Attori: Eugenio Cappuccio - Eugenio, Massimo Gaudioso - Massimo, Fabio Nunziata - Fabio, Anna Scaglione - Anna, Giuseppe Picciotto - Tonino, Gianluca Arcopinto - Distributore cinematografico
Soggetto: Massimo Gaudioso, Eugenio Cappuccio, Fabio Nunziata
Sceneggiatura: Massimo Gaudioso, Fabio Nunziata, Eugenio Cappuccio
Fotografia: Vincenzo Marinese
Musiche: Daniele Sepe
Montaggio: Fabio Nunziata
Scenografia: Monia Carraretto
Durata: 92
Colore: C
Genere: COMMEDIA
Produzione: CECCHI GORI GROUP, FIN.MA. VI.
Distribuzione: CECCHI GORI (1999) - CECCHI GORI HOME VIDEO
CRITICA
"Già il giochino di parole non è dei più originali ma il problema più grosso consiste nel fatto che Cappuccio, Gaudioso e Nunziata quello che dovevano dire sembrano averlo già detto ne 'Il caricatore' versione corta. (...) Quello che stupisce maggiormente è il passaggio dalla sceneggiatura al set di una trama esile e approssimativa come questa che non somiglia neppure a un embrione di film. Un 'caricatore' solo questa volta bastava e avanzava". (Giancarlo Zappoli, 'Segnocinema', settembre / ottobre 2000)