Arrivato alla fattoria dei coniugi Arthur ed Esme Hoggett come futura vittima per il pranzo di Natale, Babe, un porcellino Yorkhshire, deve vedersela con le ferree regole imposte da Rex, il cane pastore, secondo il quale solo i cani sono animali intelligenti. Per fortuna Fly, la compagna di Rex, fa da madre a Babe, che inizia a fare amicizia con gli ospiti della fattoria, tra cui spicca l'eccentrico papero Ferdinand, che studia di imitare il canto del gallo per rendersi utile. L'arrivo di una sveglia meccanica spaventa il pennuto che decide di rubarla col maldestro aiuto di Babe. Non solo svegliano Duchessa, la gatta persiana, ma mettono a soqquadro la casa rovesciando barattoli di vernice per gli addobbi festivi. Frattanto Fly è triste perché le hanno venduto i cuccioli e Babe la consola chiamandola mamma. Scampato, come vittima, al cenone natalizio, Babe seguendo Ferdinand scopre il recinto delle pecore e sventa in parte il furto del gregge. Frattanto Arthur Hoggett sobbalza quando alla tosatura delle pecore queste seguono docilmente Babe, che parlando loro cortesemente ne conquista la fiducia. Rex, geloso, litiga con Fly, morde il padrone e viene incatenato mentre Babe sventa addirittura un attacco di cani randagi al gregge, che causano la morte di Maa, la decana. Esme Hoggett equivoca sulle macchie di sangue sul muso della bestiola e vuole sopprimerla, ma Fly, saputa la verità, riesce a sventare l'esecuzione del porcellino che, ormai entrato nelle simpatie del fattore, viene ammesso in casa. Duchessa, estromessa per colpa sua, si vendica rivelando la cruda sorte dei maiali, e Babe fa lo sciopero della fame, con grande disperazione di Arthur Hoggett. Alla grande gara, riservata annualrnente ai cani da pastore, superato lo sconcerto della giuria, Babe deve affrontare l'ostracismo delle pecore: però, usando la parola d'ordine della specie, ottenuta da Rex patteggiando col suo gregge, riesce a superare la prova fornendo la migliore esibizione e suscitando l'entusiasmo del pubblico e la gioia del padrone.
SCHEDA FILM
Regia: Chris Noonan
Attori: James Cromwell - Arthur Hoggett, Magda Szubanski - Esme Hoggett, Zoe Burton - La figlia, Paul Goddard - Il genero
Soggetto: Dick King-Smith - romanzo
Sceneggiatura: Chris Noonan, George Miller
Fotografia: Andrew Lesnie
Musiche: Nigel Westlake
Montaggio: Jay Friedkin, Marcus D'Arcy
Scenografia: Roger Ford
Arredamento: Kerrie Brown
Costumi: Roger Ford
Effetti: Scott E. Anderson, Charles Gibson, Animal Logic, Rhythm & Hues, Jim Henson's Creature Shop
Altri titoli:
Babe, the Gallant Pig
Durata: 94
Colore: C
Genere: DRAMMATICO FANTASY COMMEDIA FAMILY
Specifiche tecniche: PANORAMICA
Tratto da: romanzo omonimo di Dick King-Smith (ed. Nord-Sud)
Produzione: BILL MILLER, GEORGE MILLER, DOUG MITCHELL PER KENNEDY MILLER PRODUCTIONS, UNIVERSAL PICTURES
Distribuzione: UIP (1996) - CIC LASERDISC: RCS FILMS & TV, PIONEER ELECTRONICS - DVD: PIONNER ELECTRONICS
NOTE
- NELLA VERSIONE ORIGINALE LA VOCE DI REX E' DI HUGO WEAVING.
- REVISIONE MINISTERO GENNAIO 1996.
CRITICA
"Impostato come una fiaba di Esopo, allegorico come la "Fattoria degli animali" di George Orwell, fortissimamente voluto da un altro George (Miller: il regista Mad Max), vincitore del Globo d'oro e candidato all'Oscar, il film australiano di Chris Noonan è, forse, l'anti-Disney più radicale che sia mai stato concepito: il ribaltamento dell'estetica antropomorfa consiste nell'affidare a veri animali (e non a sembianze o simulacri) l'orchestrazione della storia. I risultati, paradossalmente, non sono così dissimili dal prodotto Disney: le bestioline si muovono come nelle animazioni (e talvolta, soprattutto nei primi piani, vengono sostituiti da replicanti in animatronic), la fisionomia è spesso un po' leziosa e il birignao infantile della loro espressività tallona l'ostentazione del "carino" che si materializza spesso nell'universo disneyano. Ma Babe è anche un apologo sulla tolleranza e la diversità, una parabola politically correct sul rapporto tra animali e umani che fa sussultare i carnivori. Babe, porcellino intelligente, sogna di diventare maiale da pastore ed è bravissimo a governare le signore pecore. Ma soprattutto è un cuore tenero, comprensivo, affettuoso e ingenuo che si ribella al destino di finire arrostito per la cena di Natale. Ci riuscirà magnificamente, con l'aiuto di un'oca che fa chicchirichì, d'un cane revisionista e di tutti gli animali della vecchia fattoria "ia-ia-io". Intensa l'interpretazione di Babe (in realtà interpretato da più suini), è bravo l'attore-cane, l'oca starnazza niente male, tre topini fanno il coro greco, poco più d'un cameo per l'anziana mucca". (Fabio Bo, 'Il Messaggero', 28 gennaio 1996)
"Uno spasso continuo, una commedia gioiosa che, non a caso, è stata definita, per il suo ottimismo, l'esatto opposto della Fattoria degli animali di Orwell. L'accolgono, facendo festa, i bambini, ma non dispiace certo agli adulti che non possono non apprezzarne l'originalità, le finezze e anche il buon gusto. Il critico, in più, addestratori e computer a parte, loda senza riserve l'interpretazione tutta vitalità e freschezza degli animali attori. Babe, il maialino, un piccolo Oscar lo meriterebbe". (Gian Luigi Rondi, 'Il Tempo', 28 gennaio 1996)
"La sfida raccolta dall'australiano Noonan (già autore di un bel film sull'handicap, Stepping Out) era delicata: con la tematizzazione dei comportamenti animali e l'antropomorfismo si rischia sempre l'affetto-Mickey Mouse. Ma il suo film vince la scommessa mettendo in scena il piccolo romanzo di formazione con molto humour: suddivisione in capitoli, un coro di topolini che cantano la "Carmen" e "Blue Moon", linguaggio da cinema di una volta, inclusi "mascherini" e montaggio alla Griffith nelle scene più drammatiche. E poi, hai un bel sapere che Babe è un collage cinematografico di maiali veri e maiali elettronici quando piange, scodinzola o si entusiasma l'identificazione cinematografica scatta ed è impossibile non sentirsi un po' porcello". (Roberto Nepoti, 'La Repubblica', 24 gennaio 1996)