Dalla notissima opera letteraria di Giovanni Verga. In un villaggio catanese ritorna, dopo alcuni anni passati in servizio militare, il giovane Turiddu. Egli trova che Lola, un tempo da lui corteggiata, si è sposata con Alfio, un benestante carrettiere del luogo. Il giovane non vuole darsi pace anche perché, nonostante il suo nuovo stato, la donna riprende ad adescarlo. Turiddu amoreggia intanto con Santuzza, figlia di un ricco agricoltore presso il quale egli si impiega. Nonostante l'affetto che la fanciulla gli dimostra egli non esita, benché abbia approfittato di lei, a cedere alle lusinghe di Lola. Il giorno di Pasqua Santuzza, ormai certa di essere abbandonata, informa il marito di Lola della tresca. Compare Alfio sfida Turiddu ad una tenzone rusticana e lo uccide.
SCHEDA FILM
Regia: Amleto Palermi
Attori: Isa Pola - Santuzza, Doris Duranti - Lola, Carlo Ninchi - Alfio, Leonardo Cortese - Turiddu, Bella Starace Sainati - Mamma Nunzia, Luigi Almirante - Zio Brasi, Carlo Romano - Bammulu, Giulio Tempesti - Padre di Santuzza, Dina Romano - Zia Carmina, Silva Melandri - Una contadina, Giuseppe Pierozzi - Venditore
Sceneggiatura: Amleto Palermi, Pier Maria Rosso di San Secondo, Santi Savarino, Tomaso Smith - adattamento
Fotografia: Massimo Terzano
Musiche: Alessandro Cicognini
Montaggio: Eraldo Da Roma
Scenografia: Nino Maccarones
Aiuto regia: Giorgio Bianchi, Tullio Cairelli
Durata: 77
Colore: B/N
Genere: DRAMMATICO
Tratto da: dramma omonimo di Giovanni Verga contenuro nella raccolta di novelle " Vita dei campi" (1878)
Produzione: SCALERA FILM
Distribuzione: SCALERA FILM
NOTE
- IL FILM VINSE IL REFERENDUM VOTATO DAI LETTORI DELLA RIVISTA 'CINEMA' VERSO LA FINE DEL 1939, FRA TUTTI I FILM VISTI DAL 1930.
CRITICA
" (...) un brano almeno del film di Palermi, quello della processione a San Vincenzo, meriterebbe di figurare in un'antologia cinematografica ancorché rigorosissima. Pur concedendo al colore locale l'importanza e il peso che ha in codesto brano, sino a faciliare di molto il compito del regista, resta a questi il merito di aver saputo sfruttarlo con accorta intelligenza e misura senza che l'aneddotico e l'episodico sciupassero l'icasticità e la semplice purezza del quadro d'insieme," (Adolfo Franci, 'L'Illustrazione Italiana', n. 48, 26 novembre 1939)