Johnny Suede

USA 1991
Johnny Suede è un ragazzo, che vive, solo, nei quartieri poveri di New York, porta i capelli con un incredibile ciuffo a torre sopra la fronte, e aspira a diventare un musicista di successo, ma non ha vero talento, anche se compone qualche mediocre canzone. Il suo unico amico è un ragazzo di colore, Dake, col quale lavora saltuariamente (e molto mal volentieri) come imbianchino: quella è la loro sola fonte di guadagno. Una notte, proprio quando le calzature di Johnny sono troppo mal ridotte, gli piovono quasi addosso, gettate da chi sa chi, un paio di fantasiose scarpe in cuoio scamosciato, che lo entusiasmano, e subito se le mette ai piedi, soddisfattissimo. Poi il giovanotto s'innamora della bella Darlette, con la quale ha una breve, ma intensa relazione amorosa. La ragazza gli racconta che il suo fidanzato, Flip Doubt (un tipo dall'aria equivoca) la riempie spesso di botte. Dopo aver pensato di commettere con Deke un furto per far soldi, e aver rinunciato per mancanza di una pistola, Johnny, per pagare l'affitto del suo modesto alloggio, è costretto ad impegnare la chitarra: deve quindi accettare di nuovo l'odiato lavoro da imbianchino per riaverla. Darlette gli ha fatto sperare nell'aiuto di sua madre Mrs. Fontaine, che è produttrice di una casa musicale, e, costei per giudicare la possibilità del giovane, vorrebbe avere un nastro inciso da lui con le sue canzoni, ma poiché egli non ne ha neanche uno, forma con Deke e altri due ragazzi uno scadente quartetto, per lanciarsi nell'ambiente musicale. Dopo che madre e figlia Fontaine hanno litigato, rinfacciandosi a vicenda d'esser causa dell'abbandono del padre di Darlette, questa, più tardi, scaccia Johnny di casa, dicendogli che non lo ama, e lasciandolo assai deluso. Un giorno, sulla scala della metropolitana, Suede vede un cowboy molestare una ragazza: E' Yvonne, donna attraente ed intelligente, che si occupa di bambini ritardati, della quale s'innamora solo quando comprende quanto sia forte e sincera. Dopo molte esitazioni il giovane va a vivere con lei. Nel frattempo egli ha conosciuto Freak Storm, un cantante dall'aspetto vistoso, che promette di fargli incidere da un amico un nastro, e si fa dare in anticipo i soldi necessari. Ma poi se ne dimentica, e, del resto, Johnny non gli manda mai la cassetta con la sua canzone. La convivenza fra Johnny e Yvonne non sempre è felice: il giorno del compleanno del ragazzo, questi, dopo aver litigato con Dake, il quale lo ha piantato per un altro complesso, finisce col litigare anche con Yvonne, nonostante lei gli abbia preparato alcuni regali. I due arrivano a picchiarsi, e Johnny colpisce pesantemente la ragazza, poi se ne va. Trascorre la notte girovagando per la città, e comprende infine quanto quella sua immagine, che si è attentamente costruito, sia falsa. All'alba torna da Yvonne e le chiede scusa, ma non è chiaro se i due resteranno insieme. E' certo però che Johnny ha imparato qualcosa su se stesso.
SCHEDA FILM

Regia: Tom DiCillo

Attori: Brad Pitt - Johnny Suede, Calvin Levels - Dake, Alison Moir - Darlette, Catherine Keener - Yvonne, Michael Luciano, Ralph Marrero, Dennis Parlato, Peter McRobbie, Cheryl Costa, Wilfredo G. Clark, Nick Cave - Freak Storm, Ron Vawter, Richard Boes

Soggetto: Tom DiCillo

Sceneggiatura: Tom DiCillo

Fotografia: Joe De Salvo

Musiche: Link Wray, Jim Farmer

Montaggio: Geraldine Peroni

Scenografia: Patricia Woodbridge

Costumi: Jessica Haston

Durata: 90

Colore: C

Genere: DRAMMATICO

Specifiche tecniche: NORMALE A COLORI

Produzione: YORAM MANDEL, RUTH WALDBURGER

Distribuzione: COLUMBIA TRI STAR FILM ITALIA (1993) - COLUMBIA TRISTAR HOME VIDEO

NOTE
- REVISIONE MINISTERO MAGGIO 1993.

- PARDO D'ORO NEL 1991 AL FESTIVAL DI LOCARNO.

- DEBUTTO ALLA REGIA DELL'ATTORE TOM DICILLO.
CRITICA
"(...) La cosa più bella, in questo ritratto fragile e intelligente di ragazzo metropolitano è l'analisi esatta di quanto i vestiti e l'aspetto siano importanti nella prima giovinezza, soprattutto se uno è povero (...)". (La Stampa, Lietta Tornabuoni 13/6/1993).
"Un'opera prima americana di abilissima fattura, non a caso onorata nel '91 al Festival di Locarno con il primo premio." (Gian Luigi Rondi, Il Tempo 14/06/93).
"Tom DiCillo demistifica le immagini esautorandole di intensità (fino all'inazione) ma non risparmia spunti grotteschi, surreali e anche teneramente affettuosi nei confronti della sua creatura." (Fabio Bo, Il Messaggero 16/06/93).
"A favore di DiCillo, in un insieme che denuncia però forti carenze di ritmo e non poca superficialità nel disegno dei personaggi secondari, non rimane che qualche gradevole punta di humour in cifra onirica e grottesca." (Leonardo Autera, Il Corriere della Sera 16/06/93).