Il pasto nudo

Naked Lunch

CANADA 1991
New York 1953. William Lee (Peter Weller) scappa ad Interzone, una città fantastica dove regnano il caos e la violenza e dove tutte le sue allucinazioni prenderanno vita. David Cronenberg ("La mosca" e "Inseparabili") ha sceneggiato e diretto l'opera di William Burroughs, manifesto della letteratura beat.
SCHEDA FILM

Regia: David Cronenberg

Attori: Peter Weller - William Lee, Judy Davis - Joan Lee/Joan Frost, Ian Holm - Toni Frost, Julian Sands - Yves Cloquet, Roy Scheider - Dr. Benway, Joseph Scorsiani - Kiki, Monique Mercure - Fadela, Michael Zelniker - Martin, Nicholas Campbell - Hank

Soggetto: William S. Burroughs - romanzo

Sceneggiatura: David Cronenberg

Fotografia: Peter Suschitzky

Musiche: Ornette Coleman, Howard Shore

Montaggio: Ronald Sanders

Scenografia: Carol Spier

Costumi: Denise Cronenberg

Effetti: David Wiezer, Ted Ross

Altri titoli:

David Cronenberg's Naked Lunch

Naked Lunch - Il pasto nudo

Durata: 115

Colore: C

Genere: DRAMMATICO FANTASY FANTASCIENZA

Tratto da: omonimo romanzo di William S. Burroughs

Produzione: RECORDED PICTURE COMPANY, FILM TRUSTEES, NAKED LUNCH PRODUCTIONS, NIPPON FILM DEVELOPMENT AND FINANCE, THE ONTARIO FILM DEVELOPMENT CORPORATION, TELEFILM CANADA

Distribuzione: DARC - ERRE PRODUZIONI (1993) - VIVIVIDEO, PANARECORD

NOTE
REVISIONE MINISTERO GENNAIO 1995
CRITICA
"A una prima e affrettata lettura "Il pasto nudo" potrebbe anche sembrare una condanna della cultura della droga, in realtà il colpo di scena finale rovescia la situazione rivelando che i mostri materializzati dalla coscienza inquieta di Burroughs sono ben poca cosa di fronte ad altri mostri, assai più ambigui e minacciosi: quelli dell'establishment, della normalità, delle istituzioni. Mostri che ingannano e schiavizzano l'uomo, destinandolo a un immenso campo di concentramento." (Enzo Natta, 'Famiglia Cristiana', 24 febbraio 1993)

"Ci si annoia, e il reticolo di allusioni di cui il regista fa uso ingordo, resta nel limbo della mezza cultura." (Enzo Siciliano, 'L'Espresso', 7 febbraio 1993)