Salvatore, un giovane attivista sindacale di ispirazione marxista, rientra al paese natale in Sicilia. A Roma lascia una vita allettante e una relazione appassionata. Nel piccolo centro isolano si propone di capeggiare i suoi compaesani nell'occupazione forzata di un fondo, in contrasto con la mafia, decisamente avversa all'impresa. Ben presto i suoi compagni di fede e di azione si lasciano intimorire e rinunciano alla lotta. Salvatore usa ogni mezzo per scuotere i suoi seguaci, arrivando persino a fare il doppio gioco con la mafia. Questa tuttavia ben presto scopre le vere intenzioni di Salvatore e ne decreta la morte per mano di un sicario. Il sacrificio di Salvatore stimola la coscienza e la ribellione dei proletari intorpiditi.
SCHEDA FILM
Regia: Paolo Taviani, Vittorio Taviani, Valentino Orsini
Attori: Gian Maria Volonté - Salvatore, Didi Perego - Barbara, Turi Ferro - Vincenzo, Spiros Focás - Jachino, Marina Malfatti - Wilma, Lydia Alfonsi - Francesca, Vittorio Duse - Bastiano, Alessandro Sperlì - Carmelo, Giulio Girola - Medico, Carmen Villani - Cantante, Marcella Rovena - Madre di Francesca, Giampaolo Serra, Alfonso D'Errico
Soggetto: Paolo Taviani, Vittorio Taviani, Valentino Orsini
Sceneggiatura: Paolo Taviani, Vittorio Taviani, Valentino Orsini
Fotografia: Toni Secchi
Musiche: Gianfranco Intra
Montaggio: Lionello Massobrio
Scenografia: Piero Poletto
Costumi: Lina Nerli Taviani
Aiuto regia: Franco Taviani, Giampaolo Serra
Altri titoli:
A Man for Burning
Un homme à bruler
Gebrandmarkt
Hay que quemar a un hombre
Durata: 92
Colore: B/N
Genere: DRAMMATICO
Specifiche tecniche: 35 MM, VISTAVISION
Produzione: GIULIANI G. DE NEGRI PER AGER CINEMATOGRAFICA, SANCRO FILM, ALFA CINEMATOGRAFICA.
Distribuzione: CINO DEL DUCA
NOTE
- PREMIO DELLA CRITICA, PREMIO CINEMA NUOVO, PREMIO CINEMA 60 ALLA XXIII MOSTRA INTERNAZIONALE D'ARTE CINEMATOGRAFICA DI VENEZIA (1962).
CRITICA
"La evidente ispirazione marxista del soggetto e del regista deforma completamente il risultato globale del film, che troppo scopertamente si piega alle esigenze polemiche invano mascherate dalla volontà di demitizzare alcune realtà ed alcuni personaggi chiave dell'attuale società italiana, ivi compresa la figura del protagonista. Una spiccata povertà d'invenzione cinematografica, l'inconsistenza dei dialoghi,
un'interpretazione piuttosto manierata, una narrazione deficitaria (nonostante qualche pagina di corale incisività) nonché la mancanza di gusto e misura in alcune scene riducono l'opera ad un tentativo approssimativo e mal riuscito." ('Segnalazioni cinematografiche', vol. 52, 1962)