Carlo Mazzacurati
PADOVA (Italia), 3 marzo, 1956
PADOVA (Italia), 22 gennaio, 2014
Regista. Figlio dell'ingegnere e corridore automobilistico Mario, cresce in una famiglia agiata che lo asseconda in ogni sua passione per l'arte. Così, dopo aver tentato durante l'adolescenza alcune sperimentazioni registiche ed essere stato scartato per ben tre volte alle prove d'ingresso del Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma, si laurea al DAMS di Bologna. Attivo a Padova sul fronte dei cineclub, nel 1979 dirige, in 16mm, "Vagabondi", producendolo con i soldi ottenuti da un'eredità. Benché il film, un road-movie, venga premiato dalla Gaumont al festival milanese per filmaker emergenti, non trova distribuzione nelle sale. Si trasferisce a Roma dove collabora alla stesura di varie sceneggiature e scrive storie per la tv. In quegli anni conosce Gabriele Salvatores e diviene suo amico, collaborando con lui alla scrittura di "Marrakech Express". Il suo primo film, "Notte Italiana" (1987, prodotto dalla Sacher Film di Nanni Moretti), vince il Nastro d'Argento e il Ciak d'oro. Due anni dopo "Il prete bello", tratto dal romanzo omonimo di Goffredo Parise, vince il Primo Premio al Festival di Annecy. Nel 1992 "Un'altra vita", viene presentato al Festival di Venezia. Il film successivo, "Il toro", è premiato a Venezia con il Leone d'argento e la coppa Volpi al miglior attore non protagonista (Roberto Citran). Nel 1996, sempre a Venezia, presenta in concorso, "Vesna va veloce". Due anni dopo allestisce in teatro "Conversazione senza testimoni" e nel 1999 lavora, insieme Marco Paolini, a "Ritratti", dialoghi con importanti personaggi della cultura veneta. "La lingua del Santo" (2000) è stato presentato in concorso alla 57^ Mostra del cinema di Venezia. Dopo aver tentato nel 2002 la via del remake con "A cavallo della tigre", il regista padovano inizia a parlare di sentimenti con "L'amore ritrovato" e si rivolge a nuovi generi come il giallo con "La giusta distanza" (2007), che si aggiudica il Nastro d'argento per il miglior soggetto. Nel 2010 è ancora una volta al festival di Venezia con "La Passione", che a Giuseppe Battiston vale il David di Donatello e il Nastro d'argento come miglior attore non protagonista. Poche, ma significative, le sue apparizioni davanti alla macchina da presa: è stato infatti attore con piccole parti nei film di Nanni Moretti "Palombella rossa" (1989), "Caro diario" (1994) e "Il Caimano" (2006), oltre che per Cosimo Messeri in "Zeldman", sempre nel 2006. Nel 2009 ha co-prodotto con Angelo Barbagallo ed Edoardo Scarantino il film-documentario "The One Man Beatles", dello stesso Messeri, candidato al David di Donatello 2010 come miglior film documentario. Il regista è stato anche presidente della Fondazione Cineteca di Bologna. Una delle sue ultime apparizioni pubbliche è stata nel novembre 2013 al Festival di Torino, dove ha ricevuto il Gran Premio Torino alla carriera e dove ha presentato il suo ultimo lavoro, "La sedia della felicità". E' morto all'età di 57 anni dopo una lunga malattia. Nell'edizione 2014 dei David di Donatello gli è stato assegnato un Premio Speciale (postumo).