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Con il lunedì arrivano i primi “divi” della settima edizione del Bif&st: Toni Servillo, che ha ritirato il premio Federico Fellini per l'eccellenza cinematografica, e Stefano Accorsi che ha presentato nell'anteprima serale al Teatro Petruzzelli Veloce come il vento, il nuovo film di Matteo Rovere che racconta del rapporto tra due fratelli (Accorsi e la rivelazione Matilda De Angelis) nel mondo delle corse automobilistiche: un dramma familiare e sportivo interessante, più soddisfacente nelle scene sportive e nella direzione degli attori che nel racconto di personaggi e realtà troppo prede degli stereotipi.
E altri divi a loro modo sono Marco Bellocchio e Claudia Cardinale, che oggi hanno tenuto un incontro con il pubblico e i ragazzi a partire da Enrico IV, il film che i due realizzarono insieme a Marcello Mastroianni e che hanno rievocato attraverso aneddoti e ricordi di un artista gentile, affascinante, placido: “Marcello era un corteggiatore gentile" - ha puntualizzato la Cardinale - ma io non ci sono cascata. Io non ho mai avuto storie con attori, ho sempre tenuto distinte la vita privata da quella professionale. E comunque la lavorazione del Bell'Antonio è uno dei più bei ricordi che ho, tra quelli che mi legano a Marcello”.
Tra i film italiani presenti nelle sezioni competitive deludono ancora le nuove proposte con Il traduttore, melodramma sfumato di thriller ed erotismo in cui Claudia Gerini cerca di scoprire la verità sul marito attraverso l'aiuto di un traduttore con cui però comincia una relazione inopportuna: film vuoto e ai limiti del patinato, che soffre di grandi debolezze drammaturgiche. Mentre migliore la proposta nelle opere prime e seconde con In un posto bellissimo, opera seconda di Giorgia Cecere impreziosita da una bella prova di Isabella Ragonese.