Robotti è un onesto impiegato di banca, che, chiamato a sostituire il cassiere, scopre un ammanco di parecchi milioni. Tanto il direttore della banca che il presidente sembrano essere perfettamente informati della grave irregolarità e lo invitano a non preoccuparsene, offrendogli persino un milione per indurlo a chiudere un occhio. Ma Robotti respinge la proposta e viene licenziato. Il casuale incontro con Jane, ragazza di facili costumi porta un rivolgimento nelle sue idee: egli accantona i propositi ispirati a sdegnosa integrità, e con l'aiuto di Jane e di altre mondane inizia delle operazioni di borsa che hanno esito felice. Mediante abili e fortunate manovre, i due riescono ad avere nelle mani la maggior parte delle azioni della banca, dalla quale l'onesto cassiere era stato cacciato. Diventato ricco Robotti, che nel frattempo è passato attraverso una esperienza matrimoniale negativa, finisce nuovamente senza un soldo e sposerà Jane.
SCHEDA FILM
Regia: Camillo Mastrocinque
Attori: Anita Ekberg - Jeanne, Renato Rascel - Rag. Paolo Robotti, Pupella Maggio - La Suocera, Valeria Fabrizi, Francis Blanche - Direttore Banca, Luigi Pavese, Franco Lolli, Osvaldo Scaccia, Margaretha Wackstrom, Silla Bettini, Marcella Rovena, Angela Luce, Hanna Rasmussen, Adeline Wagner, Dori Dorika, Franco Sportelli - Osvaldo, Sophie Desmaerts - M.Me Pfiffer, Antoinette Weynen, Gabriella Farinon - Patrizia
Soggetto: Marcello Coscia, Fabio Rinaudo
Sceneggiatura: Sandro Continenza, Dino Verde, Ugo Guerra
Fotografia: Alvaro Mancori
Musiche: Armando Trovajoli
Scenografia: Franco Lolli
Altri titoli:
Little Girls and High Finance
The Call Girl Business
Petites femmes et haute finance
Durata: 107
Colore: B/N
Genere: COMICO COMMEDIA
Produzione: TITANUS (ROMA), LES FILMS MARCEAU COCINOR (ROMA)
Distribuzione: TITANUS
CRITICA
"Il riferimento a un recente caso giudiziario è chiaro, la morte della storia è amara e tutto è mantenuto in tono discreto, a volte persino patetico (...). Ha diretto Camillo Mastrocinque, ben coadiuvato da un Rascel dai toni non insistenti sul comico, ma sugli atteggiamenti dimessi e patetici delle sue migliori interpretazioni". (G. Ciaccio, "Rivista del Cienematografo", 2, febbraio 1967).