La notizia di un territorio ricchissimo d'oro - battezzato anticipatamente con il nome di El Dorado - induce Gonzalo Pizarro, fratello di Francisco, ad inviare una spedizione di conquista oltre le Ande. Il comando viene affidato a Don Pedro de Ursua e il suo vice è Don Lope de Aguirre. Partita alla fine del 1560, la spedizione si trova ben presto in difficoltà dovute all'ostilità della natura e alla guerriglia feroce condotta da invisibili indios. Approfittando dei momenti di demoralizzazione, Aguirre fa destituire e poi uccidere Don Pedro e ottiene una dichiarazione collegiale di ribellione a Filippo II di Castiglia. Pazzo, senza più un uomo o una donna, il sedicente Furore di Dio muore alla fine del febbraio 1561, chiudendo tragicamente l'assurda conquista.
SCHEDA FILM
Regia: Werner Herzog
Attori: Klaus Kinski - Don Lope de Aguirre, Helena Rojo - Inez de Atienza, Del Negro - Gaspar de Carvajal, Ruy Guerra - Don Pedro de Ursua, Peter Berling - Don Fernando de Guzman, Cecilia Rivera - Flores, Daniel Ades - Perucho, Edward Roland - Okello, Armando Polanah - Armando, Alejandro Repulles - Gonzalo Pizarro, Julio Martinez, Daniel Farfán, Justo González, Alejandro Chavez, Antonio Marquez
Soggetto: Werner Herzog
Sceneggiatura: Werner Herzog
Fotografia: Thomas Mauch, Francisco Joán, Orlando Macchiavello
Musiche: Popol Vuh
Montaggio: Beate Mainka-Jellinghaus
Effetti: Miguel Vazquez, Juvenal Herrera
Altri titoli:
Aguirre, la cólera de Dios
Aguirre, la colère de Dieu
Aguirre, Wrath of God
Durata: 90
Colore: C
Genere: DRAMMATICO STORICO
Specifiche tecniche: 35 MM (1:1.37) - EASTMANCOLOR
Produzione: WARNER HERZOG FILMPRODUKTION, HESSISCHER RUNDFUNK
Distribuzione: ITALNOLEGGIO (1975) - NUMBER ONE VIDEO
NOTE
- SUONO: HERBERT PRASCH.
- TRA GLI INTERPRETI HANNO COLLABORATO GLI INDIGENI DELLA COOPERATIVA LAURAMARCA IN PERU'.
CRITICA
"Girato nel Perù, in condizioni difficoltosissime, in piena giungla e navigando su torrenti a volte impetuosi, il film è originale e interessante tanto per le ambientazioni quanto per le affascinanti fotografie, cui va aggiunta la convinta e nevrotica interpretazione di Klaus Kinski nella parte di Aguirre. Tuttavia, oltre che per l'estenuante mancanza di azione (voluta ma urtante) e per alcune inverosimiglianze, il lavoro non convince appieno sul piano ideologico. E' evidente, infatti, che si tratta di una avventura pseudostorica che mira ad essere una metafora satirica di tutte le conquiste coloniali, di tutti i razzismi, di tutti gli errori compiuti in nome di un re o paradossalmente in nome di Dio. Ma l'impresa è troppo ampia e richiede troppo sforzo allo spettatore che, in mancanza di dialoghi chiave, deve estrarre, mediante il pressoché solo sussidio della propria riflessione, un vastissimo saggio di critica storica." ('Segnalazioi cinematografiche', vol. 78, 1975)