Claire Denis
PARIGI (Francia), 2 aprile, 1948
Regista. Nasce a Parigi ma trascorre in Africa la sua infanzia e la sua adolescenza fino a 13 anni, a causa delle esigenze lavorative di suo padre, un funzionario del governo francese nelle colonie africane. Durante questo periodo ha l'opportunità di conoscere in modo approfondito il continente africano, per i numerosi viaggi che compie in quegli anni con suo padre, che riteneva di fondamentale importanza la geografia. Quest'esperienza sarà alla base del suo interesse verso l'identità e l'eredita del colonialismo francese in Africa. Lasciato il 'continente nero' vive in Francia e in Inghilterra, inizia a studiare prima Economia e poi Lingue orientali, ma ben presto rivolge il suo interesse alla fotografia e al cinema, grazie anche al marito (fotografo per 'Vogue' and 'Harper's Bazaar' in Inghilterra) che le insegna a guardare il mondo attraverso l'obiettivo. Nel 1971 viene ammessa all'IDHEC (l'attuale FEMIS) dove studia Cinema ed entra in contatto con esponenti dell'aerea intellettuale della sinistra francese e della Nouvelle Vague, soprattutto Jacques Rivette e Jean-François Stévenin. Terminati gli studi nel 1972, inizia a lavorare come assistente per importanti registi tra cui Robert Enrico ("Il segreto",1974; "Frau Marlene", 1975; "L'empreinte des géants" e "Sorvegliate il vedovo", entrambi del 1980), Costa Gravas ("Hanna K.", 1983), Wim Wenders ("Paris, Texas", 1984; "Il cielo sopra Berlino", 1987) e Jim Jarmusch ("Down by Law", 1986). Realizza poi alcuni corti televisivi e nel 1988 dirige il suo primo lungometraggio, "Chocolat", immediatamente acclamato dalla critica del Festival di Cannes. Il film è un evidente riferimento autobiografico all'esperienza africana - la pellicola, ambientata in Camerun, tratta infatti temi legati al post-colonialismo - e vi si delinea lo stile originale ed autoriale della regista: slegato dalle strutture narrative convenzionali del cinema classico privilegia gli elementi visivi e sonori a quelli dialogici, al punto che spesso la musica diviene vero e proprio protagonista del film. Il post-colonialismo e le ambientazioni africane sono temi presenti anche nelle due pellicole successive, il documentario "Man No Run" (1989) e il dramma "Al diavolo la morte" (1990, presentato in concorso a Venezia). Proseguendo nella sua attività di autrice socialmente impegnata, Denis Claire accentua la presenza di personaggi e situazioni ai limiti della società, che di solito non vengono trattati dal cinema più commerciale, riuscendo a conciliare un lirismo poetico del tutto personale con gli aspetti più cruenti della Francia contemporanea. La particolarità del suo stile le attira gli apprezzamenti positivi da parte della critica, come dimostrano le numerose candidature a premi importanti: il premio FIPRESCI per la regia di "US Go Home" (episodio della serie televisiva "Tous les garçons et les filles de leur âge..."), condiviso con i registi degli altri otto episodi al Festival di Torino del Cinema Giovane del 1994, il Pardo d'oro e il premio della Giuria Ecumenica a Locarno per "Nénette e Boni" (1996) e la menzione speciale della giuria letteraria del "Berliner Zeitung" "Beau Travail" al Festival di Berlino del 2000. Il suo impegno non si esaurisce nella regia e nella sceneggiatura, infatti è insegnante di cinema alla FEMIS di Parigi, nel 2005 ha fatto parte della giuria del Festival di Venezia (dove era stata in concorso l'anno precedente con "L'intruso" e dove è tornata, sempre in concorso, nel 2009 con "White Material") e nel 2010 è stata nominata presidente di giuria della sezione "Un certain regard" del Festival di Cannes.